Nei cosiddetti “sensori di pressione relativi”, la pressione viene sempre misurata relativamente alla pressione atmosferica prevalente nel momento della misura tramite il foro di ventilazione.
Tuttavia, la pressione atmosferica non è costante per definizione: essa dipende dalla posizione e dall’altitudine e cambia secondo le condizioni climatiche. Questo significa deve essere consentito alla pressione atmosferica di entrare nello strumento di misura per farlo funzionare in modo corretto, ossia lo strumento dev’essere “ventilato”. Se uno strumento relativo non è ventilato, le variazioni delle condizioni climatiche e la posizione (con riferimento alla taratura effettuata dal costruttore) possono introdurre un errore di misura che può arrivare fino al 7 per cento.
Comunque: negli strumenti non ventilati l’influenza della temperatura aggiunge un altro effetto. L’espansione dell’aria racchiusa nello strumento genera una pressione interna come risultato delle variazioni di temperatura, che appare anche come un ulteriore errore di misura.
In conclusione: i sensori per la misura di pressioni relative devono essere “ventilati”.
Tipicamente questo è realizzato tramite un’apposita apertura, il cosiddetto foro di ventilazione. Il foro deve essere opportunamente protetto dall’ingresso di sporcizia, polvere e umidità. Ciò può essere ottenuto tramite opportune soluzioni in fase di progettazione (posizione, membrane, labirinti, ecc.) o dev’essere assicurato dall’utilizzatore direttamente in campo per mezzo di un accurato controllo durante la fase di montaggio.