Per quanto riguarda la strumentazione di misura, il termine “parti bagnate” è usato per indicare tutte le parti, superfici e / o componenti che sono (potenzialmente) esposte a oppure in contatto diretto con il fluido in pressione.
Nel caso di un sensore di pressione standard, queste sono essenzialmente limitate a quelle parti del sensore chiamate “attacco di processo” o porta di pressione. Generalmente in Italia le connessioni filettate più comuni sono ¼ “NPT, ½” NPT, G¼ ” o G 1/2″ (maschio o femmina).
È importante notare che le parti bagnate non comprendono solo i materiali utilizzati nella costruzione dello strumento, ma anche eventuali elementi di tenuta e guarnizioni necessarie per le diverse filettature, come ad esempio il nastro in PTFE per le filettature coniche o gli o-ring per quelle cilindriche. Questo è un dettaglio importante e troppo spesso trascurato. Esse comprendono inoltre anche le eventuali guarnizioni interne, saldature o membrane / diaframmi del sensore di pressione che sono (anche solo in parte) a contatto con il fluido da misurare.
Le parti bagnate dei sensori di pressione possono essere divise in quattro categorie:
Materiali ferrosi (come l”acciaio al carbonio, acciaio inox, ecc.) – utilizzati principalmente per il corpo / custodia dei sensori e per le filettature La maggior parte delle prese di pressione e attacchi al processo dei sensori di pressione industriali sono oggi realizzate in acciaio inox e i sensori a film sottile utilizzano principalmente l’acciaio come materiale di base per il corpo del sensore. Questo può però essere fuorviante perché sembra implicare una resistenza alla corrosione universale che invece non è possibile. E’ importante controllare sempre il tipo di acciaio inossidabile e verificare attentamente la sua resistenza alla corrosione e la sua compatibilità chimica con il fluido di misura.
Materiali non ferrosi (come rame, ottone, oro, Hastelloy, Elgiloy, titanio, ecc.) – utilizzati principalmente come guarnizioni metalliche o in esecuzioni speciali per il corpo dei sensori, membrane o rivestimento di membrane. Nelle applicazioni più economiche, l’ottone è ancora un materiale comune per valvole e raccordi ed è quindi utilizzato anche per costruire i sensori di pressione. Per applicazioni speciali, l”uso di titanio o leghe speciali (come Elgiloy, Hastelloy o Inconel) è richiesta per fornire un’elevata resistenza alla corrosione o prestazioni di misura superiori. Alcuni elementi (come l”oro) sono a volte utilizzati come rivestimento di membrane contro la corrosione e l’attacco chimico o per evitare il passaggio di idrogeno attraverso la membrana. Il costo di alcuni di questi materiali e / o la difficile gestione e lavorazione, possono renderne proibitivo l’uso in alcune applicazioni.
Elastomeri e materie plastiche (come PA, Viton, PTFE, ecc.) – utilizzati principalmente come elementi di tenuta, guarnizioni o rivestimenti per membrane Le plastiche e gli elastomeri sono utilizzati principalmente per gli o-ring o le guarnizioni mentre le plastiche speciali come il PTFE sono a volte utilizzati come rivestimento protettivo per le membrane.
Ceramica (come AL2O3) – utilizzata principalmente come corpo del sensore / membrana per sensori di pressione capacitivi o a film spesso (resistivi). L”uso della ceramica come materiale dei sensori promette un’elevata compatibilità chimica e stabilità in temperatura. Queste proprietà sono purtroppo molto spesso compromesse a causa dell’impossibilità di saldatura e conseguente utilizzo di guarnizioni morbide, che può diventare il fattore limitante del prodotto in molte applicazioni.
Figura 1: Parti bagnate tipiche dei sensori di pressione – tutte le parti che entrano in contatto con il fluido di misura (in azzurro) Sei hai bisogno ulteriori informazioni, compila il modulo di contatto o visita il nostro sito web