Quasi tutti usano i termini “trasduttore di pressione” e “trasmettitore di pressione” in modo intercambiabile, ma i due strumenti non sono tecnicamente la stessa cosa. Un trasduttore di pressione converte semplicemente la pressione in un segnale elettronico, mentre un trasmettitore di pressione amplifica, modifica ed invia quel segnale.
La maggior parte dei costruttori e utilizzatori non fanno differenza tra trasduttori e trasmettitori di pressione. Tuttavia, queste due tipologie di strumenti per la misura di pressione non sono tecnicamente la stessa cosa.
Fondamentalmente, un trasduttore misura la pressione, il carico, la forza o altri stati e converte le lettura in un segnale elettronico. Anche un trasmettitore converte una lettura in un segnale elettrico, ma in più lo amplifica, lo modifica e lo invia a un ricevitore.
Confronto tra trasduttore e trasmettitore di pressione
In un trasduttore di pressione, un sensore di pressione a film sottile o piezoresisitvo è montato su un attacco al processo. Il trasduttore converte la pressione in un’uscita elettronica analogica, tipicamente come uscita espressa in millivolt per volt. Questi segnali non sono linearizzati o compensati in temperatura.
Un trasmettitore di pressione utilizza un circuito aggiuntivo che linearizza, compensa ed amplifica il segnale che arriva dalla sezione trasduttore. I diversi tipi di segnali che si generano sono tipicamente segnali in tensione (ad esempio 0-5 V o 0-10 V), in milliampere (ad esempio 4-20 mA), o digitali. Lo strumento è quindi in grado di trasmettere questo segnale a un ricevitore remoto.
La maggior parte dei trasmettitori di pressione offre un’ampia gamma di opzioni per la taratura, compresi il turndown e la regolazione dello zero e dello span. I trasmettitori intelligenti possono essere tarati, testati e reimpostati da remoto grazie a un rete di comunicazione con tecnologia bus.
Trasduttore o trasmettitore di pressione: quale scegliere?
Nonostante le differenze tra le tue tipologie di strumento, non ha importanza come la gente lo chiami o quale utilizzi. Ciò che più conta è se il dispositivo si adatti a una particolare applicazione e offra il tipo di uscita necessario. Accuratezza, campo di misura, temperatura di esercizio e fluido di processo sono tutti fattori determinanti per la scelta del giusto strumento di misura per la propria applicazione.
Per quanto riguarda il segnale di uscita, occorre tenere conto dei seguenti fattori:
- Le tipiche uscite in mV non offrono la caratterizzazione della temperatura
- Un segnale in corrente è più immune alle interferenze e al rumore rispetto a un segnale in tensione
- Un segnale in corrente può anche viaggiare a distanze maggiori
- Un segnale analogico rappresenta solo la lettura di pressione
- Un segnale digitale consente all’utilizzatore di raccogliere maggiori informazioni e altre variabili, oltre alla pressione
- La scheda di ingresso della maggior parte dei sistemi di controllo accetta solo segnali amplificati
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