Com’è definito il tempo di salita dei sensori di pressione?

Il comportamento di risposta di un sensore di pressione si riflette in un grande numero di parametri variabili come il tempo di risposta (response time), il tempo di assestamento (settling time) e il tempo di salita (rise time), che sono normalmente specificati nelle schede tecniche.

Il tempo di risposta può essere generalmente definito come l’intervallo richiesto al segnale di uscita di un sensore di pressione per rilevare una variazione della pressione applicata. Di grande rilevanza è inoltre la definizione di tempo di salita.

Il grafico mostra uno schema semplificato di una variazione di pressione a gradino (in blu) con una variazione ritardata del segnale di uscita (in rosso).

Per semplicità il grafico mostra solo la situazione ideale. In realtà, il tempo di risposta dei sensori di pressione include ulteriori fattori d’influenza come il tempo morto (dead time) o l’overshoot, dovuti alle loro specificità costruttive.

Le specifiche contenute comunemente nelle schede tecniche riportano informazioni ulteriori relative alle condizioni di prova, come T90 o 10 … 90%. Questa informazione definisce l’intervallo nel quale la variazione a gradino della pressione dal 10 al 90% del fondo scala (es. da 60 a 540 bar per un sensore da 600 bar) conduce a una variazione definita del segnale d’uscita dal 10 al 90% (es. da 1 a 9 V con un segnale 0 … 10 V).

L’esecuzione standard degli attuali trasmettitori di pressione consente già tempi di salita di ≤ 2 ms. Esecuzioni speciali (come ad esempio le sonde di livello immergibili) possono avere valori molto superiori di ≥ 100 ms.

La regola di base è che, in applicazioni con cicli di carico elevati come l’idraulica mobile (macchine movimento terra, macchine da costruzione, ecc.), si raccomandano tempi di salita. In applicazioni “lente” come la misura di livello con sonde immergibili, tempi di salita più lunghi hanno normalmente dei vantaggi.